Sono una sostenitrice del pensiero che le vere amiche si contano su una mano.
Negli anni conosci persone, ti diverti insieme a loro e spesso ti confidi.
Quello che, però, capisci con l’esperienza è che le amiche vere – quelle con cui non servono filtri e quelle che non penseranno mai una cosa senza prima dirtela – sono poche e rare.
Le mie amiche “poche e rare” le vedo altrettanto “poco e raramente“, ma posso dire che nonostante tutto è come se stessi con loro 24 ore al giorno.
Le mie amiche sono assolutamente assortite, tutte con un carattere diverso (la globetrotter, la fidanzatina d’Italia, il buco nero) e negli anni impari a conoscere pregi, difetti e a gestire il rapporto di conseguenza.
Quello che adoro, adesso che siamo adulte e “mature”, sono queste cene tra di noi (le abbiamo soprannominate “cene Sex and the City”) in cui ci ritroviamo – spesso dopo mesi senza vederci – e perdiamo ore a raccontarci tutto quello che ci è successo, aggiorniamo l’agenda con il gossip (quella-sta-con-quello-che-ha-tradito-quell’altra-che-adesso-è-incinta), ci lamentiamo degli uomini e poi passiamo ai ricordi della nostra “innocente” giovinezza.
Durante l’ultima nostra cena non ho potuto che pensare a quanto siamo cambiate ma restate uguali.
Quella che non si sarebbe mai innamorata, è fidanzata da otto anni e lui ogni giorno le chiede di sposarla.
Quella che si pensava si sposasse per prima, è single e contenta (…. io).
Quella che doveva trasferirsi a San Francisco ha comprato casa vicino alla mamma, convive e litiga con l’altra amica per chi si deve sposare per prima.
Sex and the city è stato creato sicuramente da qualcuno che aveva delle amiche così. Con cui non ti vergogni di niente e che ci sono sempre, nonostante gli aerei di distanza.
Le mie amiche sono un pensiero felice.
Senza pregiudizi, senza filtri, senza limiti.
Solo noi.