Ti guarda. Silenzio.
“Il braccio, quello del cuore, cos’hai scritto?”
L’ho scritto per sempre, per non dimenticarlo mai.
Perché fosse messo in chiaro, nero su bianco. Anzi, inchiostro su pelle.
Così e per sempre.
E poi capire che di fronte hai qualcuno che si è scritto una nota sulla pelle come te, per lo stesso motivo. “Possedere e non essere posseduto”.
Lo guardi e sorridi. L’intesa tra cuori spezzati che trovano la forza per andare avanti. Ognuno a modo suo.
E quando un amore ce l’hai sulla pelle, magari è per sempre.
O forse è la colla per il tuo cuore a pezzi.
E ora che sei mia andiamo lontano da questa città, mano nella mano, dove... Dove nessuno lo sa. Qua parlano e parlano quando mi vedono con te, dicono che... Che tu starai male con me. Ma le parole che sussurro al tuo orecchio te le imboschi nel cuore, le tieni chiuse a lucchetto. Non soffriremo più se poi la vita è questa: lavorare per morire, dopo cosa ci resta??